Libri
Incipit
Un giorno, in un paese minuscolo,
così piccolo che il nome era più grande del paese, un
bambino si svegliò con la coda.
Era una coda bella, lunga, robusta, nuova
di zecca; non una vecchia coda rattoppata di seconda mano. Quella si
vedeva che era appena spuntata e non aveva nessuna intenzione di farsi
staccare.
Al principio il bambino se l'era
arrotolata in vita, sperando che nessuno la notasse, ma la coda era
tutt'altro che docile, s'imbizzarriva a essere costretta, schioccava
contro le pareti.
(Guia Risari, La coda canterina,
illustrazioni di Violeta Lopíz, Topipittori,
Milano, 2010)
Estratto Recensioni
«Milan-based independent
publishers Topipittori are
responsible for so many beautiful
books that we are spoilt for choice. «[...] Il viaggio come sempre, se fatto nel modo giusto,
cambia, e in questo caso i grandi sono maturati, vedendo e imparando
tante cose nuove, e il protagonista è cresciuto, aspettandoli,
stando solo con se stesso e convivendo con la sua coda. L'aver
girato il mondo, con la sua varietà, ha aperto gli occhi a questi
adulti chiusi nella loro piccola realtà, rendendoli più ricchi,
saggi e predisposti ad accettare "il diverso", tanto che la coda
verrà apprezzata, non più combattuta. «Un bambino si sveglia circondato da una coda bella, lunga, robusta
che balla e canta in russo canzoni strampalate. Pur di
strapparsela di dosso chiede aiuto agli abitanti di un piccolo e
insignificante villaggio senza attrazioni. Tutti accorrono e si
attaccano alla coda che li trascina per il mondo in un viaggio
senza soste. Quando finalmente tornano a casa sono stanchi e
confusi, ma decisamente più felici e arricchiti
interiormente. Guia Risari che ama cimentarsi in opere surreali
ha scritto un testo semplice ma profondo che per quanto riguarda
l'episodio del corteo ricorda vagamente la fiaba norvegese di
"Ceneraccio che riuscì a far ridere la principessa". In questo
caso però la coda rompe la routine quotidiana di un intero paese
risvegliando gli abitanti dal loro torpore. Il giovane
protagonista, da bambino abbandonato si riscopre circondato da
tanti nuovi amici. Lodevole il lavoro dell'illustratrice
spagnola Violeta Lopez che utilizza varie tecniche grafiche,
dalle matite al collage. » «(...) Il testo di Guia Risari è semplice e profondo, comico e
drammatico al tempo stesso: la coda da elemento ostile si trasforma in
strumento di riscatto di un intero paese ed il giovane protagonista da
infante abbandonato si riscopre circondato da adulti e conoscenze
nuove. Dal punto di vista grafico La coda canterina vanta una quantità
di soluzioni francamente impressionante; un bizzarro mix di matite,
inchiostro e collage dà letteralmente vita alle singole pagine e la
semplice visione diventa in grado di veicolare significato: il primo
piano dei due genitori racconta meglio di mille parole l'impatto della
coda/novità su una cittadina provinciale e la rappresentazione della
solitudine del piccolo arricchisce la favola con pochi istanti di vero
dramma. (...)» «Non c'è dato sapere perché un giorno, nelle fredde e disperse regioni
della Russia, in un villaggio di grandezza infinitamente piccola,
geograficamente introvabile, ad un bambino di nome Ivan crebbe una
coda. (...) Un evento che ha dello straordinario. Come
straordinarie sono le due autrici che hanno dato vita a questo albo
illustrato pubblicato la primavera scorsa da Topipittori: Guia Risari
scrittrice estroversa, nota per le sue incursioni in mondi surreali come
se appartenessero al suo sentire quotidiano e Violeta Lopiz, che - al
suo primo lavoro in Italia - non passa inosservata per la capacità di
congiungere il proprio pensiero - tradotto in immagini - con quello della
Risari. (...)»
Videorecensione da
Assaggi Letterari, 14a puntata, 27 agosto 2010
«È un albo divertente, surreale, che si snoda
(è proprio il caso di dirlo) attorno a un protagonista desueto
come può essere una coda che canta vecchie canzoni russe. Questo
libro ha un sapore antico per certi versi, a partire dalla nenia che la
coda canta, per terminare con il villaggio piccolo, piccolo, in cui
tutti si conoscono e si aiutano; è forse anche vagamente rurale,
per quel forte senso della comunità che ricorda la vita nelle
vecchie corti contadine d'inizio novecento. Eppure nessun indizio ci fa
capire se questo sia vero, poiché è al contempo una
storia perfettamente moderna. «(...) ancora una volta la casa editrice milanese
dimostra una
progettualità non comune confermata anche dal piccolo albo di
Guia
Risari e Violeta Lopiz, La coda canterina (...) in cui il surrealismo
del racconto (Guia Risari è bravissima) e la ricchezza
fantastica
delle figure della Lopiz si fondono in un "gioiello" editoriale capace
di educare anche i genitori al piacere della lettura e
dell'invenzione.» «(...) Una storia che, come un gioco divertente, tiene
legati per vedere dove e come andrà a finire. (...) Un albo
surreale perché costruito intorno ad un soggetto a dir poco
inusuale come la coda di un bambino che, però, con la sua
presenza fa fare agli abitanti del villaggio un bellissimo viaggio
intorno alla terra. Un viaggio in cui gli adulti vedranno cose mai
viste e cose che non si vedono mai. E, alla fine di questa avventura,
la coda è ancora al suo posto, ma tutti sono più allegri,
più felici e, forse, un po’ più saggi.» «Mi accorgo di aver già recensito non pochi libri
della Risari ma continuo e continuerò a farlo, dato che le sue
storie sono scritte con invidiabile leggerezza e, al tempo stesso, con
raro senso del ritmo e della parola. Mi divertono e non di rado
mi incantano: mi piacciono poi per quel costante e nitido tono surreale
che rimanda alla lezione di Gianni Rodari, per quel piglio forte e al
tempo stesso elegante e sicuro. (...)» «[...] Il problema individuale di un bambino, si
estende a una piccola comunità di adulti, diventando una
questione collettiva. [...] Una coda che canta non si
esaurisce in uno shock percettivo. Essa dice di
più. Per esempio: voglia di uscire, crescere, superare
limiti; bisogno d'ascolto da parte di un mondo adulto che
sente con le orecchie, ma, nonostante l'impegno, può
non "sentire" il senso; piacere di sguinzagliare desideri
così grandi, da farci volare, per un po', in alto,
lontano, via da tutto; necessità di muovere le idee e
il corpo in uno spazio né stretto né largo,
ampio secondo i nostri desideri ampi; ricerca di
continuità tra luoghi d'origine e d'elezione;
possibilità di tracciare attorno alle cose di questo
mondo itinerari fantastici; scoperta che una coda non è
mai senza capo e che un bambino non è mai senza
testa.» UtilizziSpettacolo Teatrale Tiritera cha cha cha tratto da La coda canterina, compagnia Playy L'editore Topipittori |
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