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Incipit
In una grande
città del Nord, dove d'inverno gela tutto e di
primavera si scioglie, viveva una bambina povera che come unico gioco
aveva una matita e un foglio.
Quando gli altri
andavano in vacanza,
lei li salutava. Poi tornava a casa a disegnare i posti che non
avrebbe visto, ma che poteva immaginare: montagne rosa con alberi a
forma di navi e foglie che, toccando terra, diventavano grossi frutti.
La bambina adorava
l'alfabeto e a volte, al posto di un disegno,
scriveva una lettera, a volte una parola intera.
Fu così che un
giorno scrisse pane.
(Guia Risari, Pane e oro,
illustrazioni di Cecco Mariniello, Panini,
Modena, 2004)
Estratto pp. 6-7, 18-19, 20-21, 28-29, 32-33, 36-37, 42-43, 44-45
Recensioni
«(...)
A proposito di pennini e pennelli, ecco un Mariniello felicemente
elegante e perfettamente a suo agio con il testo di Guia Risari. Una
matita magica capace di dar vita alle cose che vengono scritte: pane e
marmellata, arcobaleno, scarpe, un buon leone e tante altre cose,
tanto che la piccola protagonista diventa una sorta di guaritrice,
richiesta per le sue straordinarie capacità. E quando un medico
vero
(e avido) ruberà matita e foglio volendo oro e ancora oro,
troverà
invece un toro, un moro e un coro. La storiella gioca surrealmente sul
potere delle parole ed è piacevole e grata. Vengono in mente
Rodari o
l'arcivernice di Pier Lambicchi e qualcuno, allora, potrebbe storcere
il naso: perchè così indietro negli anni? Perchè
parlare di povertà e
del semplice sogno di un pane? Già: perchè? Voi come
"percepite" la
cosa?» «(...) DA LEGGERE (...) «Una matita magica capace di dar vita alle cose che
vengono scritte, il potere affascinante delle parole che come tale
può essere usato bene o male, da una bambina generosa e piena di
fantasia o da un medico avido che pensa solo ad arricchirsi. Una bella
storia che tematizza il mondo della scrittura(...)»
«Ho apprezzato l'essenzialità del testo e la perfetta
integrazione
delle immagini di Mariniello; Risari sa raccontare senza debordare, sa
far emergere una morale senza forzature (la morale, anzi, viene fuori
da sola grazie alla semplicità delle parole). Il personaggio
della
bambina povera che fa apparire ciò che scrive ha il sapore della
fiaba
antica, ma la consistenza di un moderno apologo.» L'editore Franco Cosimo Panini Ragazzi |
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